Spesso si pensa che ordine e organizzazione siano la stessa cosa e che le persone organizzate siano automaticamente delle maniache dell’ordine. Sbagliato! In realtà ordine e organizzazione non sono sinonimi, c’è una bella differenza.
Il vocabolario Treccani definisce l’ordine come “Disposizione regolare di più cose collocate, le une rispetto alle altre, secondo un criterio organico e ragionato, rispondente a fini di praticità, di opportunità, di armonia….”, mentre lo stesso definisce l’organizzazione come “…Attività intesa a organizzare, cioè a costituire in forma sistematica un complesso di organi o di elementi coordinandoli fra loro in rapporto di mutua dipendenza in vista di un fine determinato….”.
Se ci si basa sulle definizioni dunque, è già possibile riflettere su alcune differenze. In effetti, quando si parla di “ordine” si fa riferimento ad uno spazio, sia fisico che mentale, mentre quando si parla di “organizzazione” si fa riferimento alla giusta combinazione tra molteplici aspetti.
Riordinare ha un effetto immediato ma può durare poco mentre l’organizzazione può aiutare ad impostare un ordine più duraturo.
Facciamo due esempi, in due stanze della casa.
1° esempio – La cameretta
Quante volte la camera dei bambini è in disordine? Molto spesso, perché è assolutamente normale che sia così. Quello che c’è da sapere è che, anche se in disordine, la stanza può essere molto ben organizzata.
Sì, proprio così. Se si è creata la struttura organizzativa precedentemente, il disordine che si crea rappresenta una consueta fase transitoria, non una condizione permanente, che rischia di limitare il corretto svolgimento di altre attività. Pensa ad un cassetto destinato alle magliette. Lo apri e trovi una serie di t-shirts non piegate e riposte in maniera casuale. Ti guardi intorno e altre due t-shirts sono appoggiate su una sedia, in attesa di essere riordinate. In questo caso, avendo già deciso delle regole a priori, tra cui la scelta del posto per quelle t-shirts, il riordino ti prenderà pochissimo tempo, si tratterà solo di piegare meglio i capi e riporre le due maglie sulla sedia all’interno del cassetto. Et voilà, il gioco è fatto.
Viceversa, se non si è creata la struttura organizzativa, può succedere il contrario.
Entrando nella stanza, tutto ti sembra in ordine, perché nulla è sulla sedia o sul pavimento o fuori da armadi, contenitori, cassetti. Quindi la stanza è in ordine apparentemente, ma non è detto che sia anche organizzata. Immagina di aprire il cassetto destinato ai giochi da tavolo e scoprire che ci sono anche dei peluche, per poi girare lo sguardo e notare che in un contenitore ci sono lego, pupazzetti ma anche dei libri. In questo caso, l’apparenza può ingannare perché, anche se nell’esempio non c’era nulla fuori posto, in realtà almeno qualche oggetto lo era, eccome! Ma soprattutto, come riordinare? Dove riporre i vari oggetti?
2° esempio – La cucina
Ora sei in cucina. Immagina una scena in cui tutto è in ordine e pulito, nulla è sopra i pensili, né sul lavabo, né tantomeno sul tavolo. Bellissimo, vero? Peccato che non appena apri la dispensa trovi tanti prodotti riposti in ordine casuale. Apri uno sportello in alto e vedi piatti, bicchieri, strofinacci e frullatore a immersione. Apri il frigo, tiri fuori i prodotti e devi gettare 2 mozzarelle già scadute e uno yogurt che non ricordavi neanche di avere. Ti occorre la carta forno ma non ricordi nemmeno dove l’hai riposta l’ultima volta! Quindi cosa si può dire? Che la cucina può essere ordinata apparentemente ma in realtà molto poco organizzata, rendendo qualsiasi attività non efficiente.
Ancora una volta. Immagina una scena in cui tutto è in ordine e pulito, nulla è sopra i pensili né sul lavabo né tantomeno sul tavolo. Bellissimo, vero? Questa volta apri la dispensa e tutti i prodotti sono riposti per categorie e in modo funzionale allo specifico utilizzo. Nel ripiano in alto stessa situazione. Apri il frigo e anche lì, tutti i prodotti sono ben conservati e perfettamente suddivisi. Anche in questo caso devi prendere la carta forno ma questa volta sai perfettamente dove andare a cercarla e, al primo tentativo, raggiungi l’obiettivo.
Ok, forse le situazioni sono portate agli estremi ma i due scenari dimostrano la grande differenza tra un ambiente ordinato e un ambiente organizzato.
Nella prima situazione l’organizzazione è lasciata al caso, con conseguente scarsa efficienza nelle attività che svolgiamo in cucina, anche se, con il tempo, sappiamo dove trovare alcune cose, in particolare quelle che utilizziamo più frequentemente, grazie all’abitudine che abbiamo creato. Nel secondo caso, l’ambiente è altamente organizzato, ogni cosa al suo posto. Di conseguenza, gli spazi vengono utilizzati in modo ottimale, le attività che si svolgono sono ottimizzate, e quindi si ottiene il massimo risultato con il minimo sforzo.
Ordine e Organizzazione non sono sinonimi
Il concetto di ordine è molto legato al controllo, all’estetica e alla linearità. Il concetto di organizzazione, molto più ampio, è legato alla semplificazione, alla praticità e alla funzionalità. Ecco perché ordine e organizzazione non sono sinonimi.
Quando c’è l’organizzazione a monte, si riordina in poco tempo. Viceversa, quando c’è disordine e disorganizzazione, il riordino prende molto più tempo.
Il riordino costante è una condizione necessaria ma non sufficiente per mantenere un’organizzazione nel tempo.
Organizzare uno spazio è un progetto, e come tale prevede delle fasi. Il riordino è una di quelle.
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